Lettere dall’Agenzia delle Entrate

Come già lo scorso anno in questi stessi giorni, la Direzione Centrale Accertamento, da lunedì scorso, ha spedito migliaia di lettere, con le quali “desidera offrire”  ai contribuenti  “alcuni elementi di valutazione relativi ai redditi dichiarati nel 2011 (anno d’imposta 2010)”.
Come già lo scorso anno in questi stessi giorni, la Direzione Centrale Accertamento, da lunedì scorso, ha spedito 300.000 lettere – nel 2011 erano state 50.000 – , con le quali “desidera offrire”  ai contribuenti  “alcuni elementi di valutazione relativi ai redditi dichiarati nel 2011 (anno d’imposta 2010)”.
L’ Agenzia delle Entrate sottolinea che “la comunicazione ha finalità esclusivamente informative e pertanto non è necessaria alcuna risposta”, da cui l’irrilevanza anche dell’eventuale inerzia del ricevente.
Le segnalazioni ipotizzano l’incompatibilità del reddito complessivo dichiarato per il 2010 con le spese indicate nel prospetto allegato e con altre spese sostenute nel medesimo anno.
Per quei contribuenti  che riscontrassero di avere commesso errori od omissioni, la segnalazione deve essere considerata come una utile opportunità per meglio verificare la propria posizione e valutare se intervenire al fine di minimizzare possibili gravose conseguenze.
In alcuni casi esaminati, nel prospetto allegato sono indicate spese che i destinatari non hanno effettuato. Per alcuni imprenditori individuali, tra cui anche farmacisti titolari di farmacie o parafarmacie, talvolta sono indicate spese ( ad esempio per canoni di locazione e leasing ) effettuate in regime di impresa.
Riteniamo che nei prossimi giorni l’Agenzia Delle Entrate e gli Organi di Informazione forniranno approfondimenti e chiarimenti.
Il principale obiettivo delle lettere, senza dubbio meritevole, è quello di invitare i contribuenti a dichiarare correttamente i propri redditi.
Luigi Magistro dell’Agenzia delle Entrate ha ribadito che “la lettera ha solo finalità preventive e quello che stupisce è che un elemento di civiltà come questo, che negli altri Paesi verrebbe apprezzato, in Italia genera dubbi e apprensione. Questo è uno strumento di compliance.”
Pare, purtroppo, che le finalità conciliative dello strumento non vengano affatto colte dai destinatari che manifestano in proposito preoccupazione e malumore.
Fabio Furlotti
Marco Del Bue